Un istante prima by Stefano Dambruoso Vincenzo R. Spagnolo

Un istante prima by Stefano Dambruoso Vincenzo R. Spagnolo

autore:Stefano Dambruoso, Vincenzo R. Spagnolo [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nella Rete

È di nuovo notte. Mohamed ascolta il respiro sommesso e regolare della moglie e dei figli. Quando è sicuro che dormono profondamente, si alza e va davanti al computer. Lo accende e infila un paio di vecchie cuffie. Anche se un po’ a fatica per via della connessione lenta – siano maledetti coloro che si arricchiscono con queste chiavette –, è riuscito a scaricare molti video, quasi una trentina, di colui che è diventato un suo mito personale, forse più dello sceicco Osama. Si tratta di Al Suri, autore del manuale che Mohamed ha letto avidamente.

I video sono riversamenti di vecchi vhs, e ci sono anche delle registrazioni audio. Si tratta di vere e proprie conferenze, nelle quali Al Suri si dice certo che sia giunto il tempo di cambiare: la struttura di al Qaeda, con campi d’addestramento fissi e una «testa» che decide e invia ai gruppi locali i propri ordini, non va più bene. La sua rigidità costituisce un punto debole, offre al nemico possibilità di comprensione e localizzazione che il Satana americano usa a suo vantaggio, per infliggere danni.

Mohamed ascolta, attraverso le cuffie. E annuisce. La spiegazione di Al Suri va avanti: bisogna costituire cellule indipendenti, non connesse tra loro e unite solamente dalla causa comune. Dovranno avere al massimo dieci membri, guidati da un leader scelto per le proprie capacità e non dall’alto, incaricato di indottrinare e addestrare gli altri, ma anche di pianificare gli attentati. Che dovranno avvenire solo nei Paesi di residenza dei combattenti: la conoscenza del posto, i documenti in regola, la mimetizzazione consentono di ridurre i rischi di essere individuati o infiltrati dalla polizia.

«Nizam, la Tanzim.» Sistema, non organizzazione. È la nuova formula di Al Suri. Mohamed la ripete spesso, convinto che possa risultare vincente. Lo sceicco Osama e Al Zawahiri restano le guide, alle quali debbono guardare le masse, pensa Mohamed, ma alla lotta i singoli possono aderire senza doverli per forza contattare o ricevere istruzioni da loro. Alla fine, ne è convinto, su Internet si trova tutto ciò che serve: gli scritti dei grandi saggi, i teorici del jihad, ma anche le informazioni per costruire le armi necessarie agli attacchi, a partire dai circuiti per innescare gli ordigni e dagli ingredienti per preparare le miscele esplosive.

Ogni musulmano, scandisce la voce di Al Suri, ha l’obbligo del jihad. E Mohamed, animato dalla rabbia che da mesi lo divora, annuisce ancora: “Io stesso posso divenire una piccola cellula efficiente. Posso portare il jihad nel cuore di Milano, anche se non mi sono addestrato nei campi dell’Afghanistan, come altri mujaheddin. Forse mi servirà l’aiuto di qualche fratello, ma posso farlo...”.

Nel web, Mohamed scova una miniera di informazioni. Scarica di tutto: istruzioni su come si prepara una bomba usando roba che si può comprare nei negozi, come fertilizzanti agricoli e acqua ossigenata. Oppure su come realizzare veleni, per inquinare l’acqua. Riguardo a congegni elettronici e cellulari, è piuttosto preparato. Li ha studiati sin da quando era in Libia e si è tenuto aggiornato.



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